Storia del quartiere

Le origini del nome Malpensata

Secondo il libro “Paesi e luoghi di Bergamo – note di etimologia di oltre 1000 toponimi” di Umberto Zanetti, il nome deriva dalla “Cascina Malpensata”, così chiamata “perché costruita in una zona fuori mano, insicura, comunque ritenuta poco adatta ad abitarvi”.

Renato Ravanelli, nel libro “Bergamo – ieri e oggi” ipotizza che il nome risalga a quando furono costruite le case popolari all’inizio del ‘900, e furono tralasciati gli allacciamenti idrici, costringendo gli abitanti ad andare a prendere acqua ad una fontanella non molto distante.

 

Io propendo per la prima ipotesi in quanto la cascina Malpensata è ben più antica delle case popolari: inoltre il toponimo è molto diffuso in tutta Italia ed è quasi sempre riferito a cascine isolate in campagna.

Giovanni Gualandris

Il libro, che è stato curato per il 50° anno di fondazione dell'AVIS Malpensata nel 2010, è, come dice il titolo, una cronistoria di quanto sappiamo sia avvenuto nel nostro quartiere nel secolo scorso; è disponibile presso il sig. Giamprieto Tomasini - Distributore IP - via Zanica 31.

Non è una pubblicazione in vendita: è richiesto, a chi ne volesse copia, un contributo per l'AVIS del nostro quartiere.

Di Alessandro Trotta

suggerisco anche l'analisi di uno scritto di Pietro Ruggeri da Stabello, che nel 1850 circa scrive:

"Per cotalette fritte e per frittura non distacchev fieui dal Leon d'oro. Se olì po' bu polaster, a drittura vegnì al Salmister ch'i ga canta 'n coro. No abbandunè San Paol per pastissada gnè per ol sanguanì la Malpensada".

 

La storia della Malpensata, di Cristina Bartolotta

p.1

Il quartiere trova origini agli inizi dell’Ottocento, era un’area ampia e poco invitante e si estendeva da Porta Cologno (all’incrocio fra le vie Quarenghi, Spaventa e don Luigi Palazzolo dove c’era l’alloggio dei dazieri) e in successione via per Zanica, via per Campagnola e probabilmente fino al ponte di Boccaleone. Probabilmente comprendeva lo spazio poi occupato dalla Stazione Ferroviaria, ma si spingeva fino al confine con Colognola e Azzano S.P. e verso est (oltre Boccaleone) con Borgo Palazzo.

La località era chiamata la Patirazza, nome di origine medievale, e radice forse latina da pati (soffrire, patire) oppure dal nome di un vecchio mulino malconcio che sorgeva dove c’è il sottopassaggio della linea ferroviaria. Verso il 1830 compare il nome Malpensata di una cascina che si pensa legata a chi voleva frodare il dazio. Nel mezzo della cascina c’era un albero al quale venivano legati i malfattori, che potevano essere coloro che volevano evitare con l’inganno il dazio e quindi esposti al pubblico ludibrio, oppure i prigionieri in trasferimento mentre i loro carcerieri si ristoravano all’osteria

Era una zona commercialmente importante per le merci che arrivavano dal cremonese sulla strada Cremasca ed entravano in Bergamo da Porta Cologno.

C’era anche un ospedale creato per sopperire alle aumentate necessità durante le epidemie cittadine.

Certamente sapete che dove ora è il piazzale del Mercato del lunedì, c’era il cimitero di S.Giorgio fino agli inizi del 1900 quando venne smantellato; ciò suscitò molto scalpore perché le operazioni andavano a rilento e le salme che non erano state ancora traslate nel nuovo cimitero di Borgo Palazzo venivano profanate e la cosa si protrasse fino dopo la guerra 15/18. I monumenti di maggior pregio furono spostati nella nuova sede e tutto ciò che rimase venne devastato. Fu uno dei più importanti luoghi di sepoltura. La cappella della famiglia Piazzoni che servì da rifugio ad un “barbone”, il Gattinoni, che girava per la città con in capo un cappello a cilindro rovinatissimo e decorato con una piuma di fagiano.

Andando verso via Zanica si arrivava al mercato del bestiame, e si parla anche di un abbeveratoio, forse quello della foto sul sito del Comitato.

Il 1913 viene definito un anno importante per lo sport bergamasco. Mentre si uniscono la Football Club Bergamo e la Bergamasca (presumo siano due squadre di BG) ed entra in scena l’Atalanta e dopo alcune partite con lo Sport Club Palazzolo e altre squadre disputate al Campo Marte (via Codussi) dal fondo sconnesso, non livellato, con le porte segnate prima con delle pietre, poi sostituite da porte di legno smontate dopo ogni partita, fu presa la decisione di costruire un nuovo campo di gioco.

Il presidente atalantino Piero Carminati (commerciante di mercerie) convinse i soci ad acquistare il terreno in via Maglio del Lotto (così chiamata per la presenza di un maglio per la forgiatura del ferro azionato dall’acqua della roggia Coda Morlana) ai piedi della massicciata ferroviaria presso il sottopassaggio. Il campo di gioco era delimitato da uno steccato di legno e perpendicolare ai binari. Il giorno dell’inaugurazione l’Atalanta giocò con l’Internazionale ed erano presenti oltre 800 persone, che in assenza di tribuna utilizzarono la massicciata della ferrovia. La prova generale per l’inaugurazione si svolse il 17 maggio 1914, l’atalanta in maglia bianca giocò contro il Milan Club perse 8 a 2.

Le origini del nome Malpensata

Giovanni Gualandris:

Secondo il libro “Paesi e luoghi di Bergamo – note di etimologia di oltre 1000 toponimi” di Umberto Zanetti, il nome deriva dalla “Cascina Malpensata”, così chiamata “perché costruita in una zona fuori mano, insicura, comunque ritenuta poco adatta ad abitarvi”.

Renato Ravanelli, nel libro “Bergamo – ieri e oggi” ipotizza che il nome risalga a quando furono costruite le case popolari all’inizio del ‘900, e furono tralasciati gli allacciamenti idrici, costringendo gli abitanti ad andare a prendere acqua ad una fontanella non molto distante.

 Io propendo per la prima ipotesi in quanto la cascina Malpensata è ben più antica delle case popolari: inoltre il toponimo è molto diffuso in tutta Italia ed è quasi sempre riferito a cascine isolate in campagna.

Matteo Comi:

Da quello che so il nome Malpensata deriva da una cascina che più di un secolo fa era nella zona dell'attuale quartiere, il nome della cascina era dato a sua volta dal termine "male pensata".
Il termine male pensata viene dalla scarsa fertilità del terreno che non restituisce a chi lo coltiva il raccolto sperato. Coltivare quel terreno era quindi una mala pensata perchè il raccolto era scarso e poco redditizio.
In effetti la zona dove sorge il quartiere era una brughiera incolta, caratterizzata da un terreno povero e sassoso derivanti dai sedimi della roggia che lo attraversa. Non è un caso che con l'avvento della rivoluzione industriale fu proprio la zona della Malpensata quella dove si svilupparono le prime fabbriche della città (fonderie, fabbriche di laterizi ecc.). Laddove infatti il terreno non offriva molto per la coltivazione era invece sfruttabile per l'attività industriale.
Il termine mala pensata da il nome ad altre località che avevano le stesse caratteristiche della zona del nostro quartiere, la più famosa è Malpensa dove c'è il famoso aereoporto.

Il bergamasco Giorgio Brivec:
«Vi tracconto il mio Enzo Ferrari»

di Roberto Belingheri

«Mi chiamava: "Brivec, la aspetto". E quando chiamava lui, bisognava correre». Correre, com'era nel sangue di Enzo Ferrari. Sì, lui. Quel signore che adesso nell'immaginario di tutti ha il viso corrucciato sotto gli occhialoni neri....

Dove e come comincia la sua storia d'amore con le auto?
«Dobbiamo andare in via don Bosco, alla Malpensata, dove negli anni '20 mio nonno impiantò una fabbrica di mattoni refrattari. La prima in Italia».

  • 15 febbraio 2012

Un pezzo di vita del quartiere attraverso il racconto di Nico nel suo negozio e i dialoghi con la clientela.
Regista Giuliano Magni.

Il video completo

Il Circolino basso

L'ASSALTO DEGLI ALPINI ALLA MALPENSATA

Fine settimana insolito e straordinariamente coinvolgente anche per il quartiere Malpensata.
Nei giorni 7/8/9 maggio 2010 tutta la citta’ e’ stata pacificamente invasa da migliaia di penne nere che si sono  ritrovate a Bergamo in occasione  della 83.ima adunata nazionale.
Gia’ nei  giorni precedenti  nel  quartiere si notavano i segni dell’imminente evento.
Su  tantissimi balconi  e finestre sventolavano le bandiere tricolori , negli spazi a verde  a ridosso della circonvallazione e dalla clinica Gavazzen i fervevano  i  lavori  di allestimento degli attendamenti , il traffico ancora piu’ caotico a causa delle soste dei mezzi dei fornitori che rifornivano i bar e i ristoranti di vettovagliamenti  straordinari.
Unica  incognita il tempo  ancora inclemente  nonostante la primavera avanzata.
L’attesa sembrava coinvolgere tutti e finalmente giovedi’ sera si sono visti i primi camper arrivare nel quartiere e dopo un po’ sono stati allestiti  i primi tendoni  con annessi reparto cucina e sala da pranzo.
A tarda sera , smaltite le fatiche del viaggio , finalmente , seduti a tavola con l’ausilio di qualche buon bicchiere di vino  si sono lasciati andar a qualche timido canto alpino.
 Il venerdi’ , invece , si e’ assistito ad un continuo andirivieni di macchine e camper  e nel giro di pochissimo tutti gli spazi sono stati occupati.
Aiuole , cortili privati , spazi a verde pubblici sono stati letteralmente invasi da decine di tende , tendoni , camper , auto , camion , autoarticolati  . Nessuno spazio e’ stato risparmiato ma tutto e’ stato fatto senza fretta , senza alcuna agitazione sotto lo sguardo rilassato e sorridente dei residenti nel quartiere .
Questa volta nessuno ha assediato il centralino della circoscrizione e dei vigili urbani o ha scritto alle redazione dei giornali locali per protestare per l’occupazione del verde pubblico e per la sosta vietata.
Gli alpini hanno stabilito subito un clima di  grande cordialita’ , di coinvolgimento  e di simpatia . Ho visto tanti  residenti  pasteggiare con le penne nere nei loro accampamenti  , sorseggiando un buon bicchiere di vino   negli improvvisati locali all’aperto intonando o meglio stonando i ritornelli di qualche famosa  aria  di montagna .
Tutti i locali del quartieri si sono attrezzati  per accogliere al meglio gli ospiti.
Pane e salame , formaggio , vino , dolci  , menu’ a prezzo fisso e contenuto erano offerti dagli svariati bar e ristoranti presenti nel quartiere .
E’ da evidenziare che pur in presenza di tassi alcolemici via via in aumento nessuno arrecava disturbo o infastidiva i passanti  , segno evidente di consolidate abitudini e di rispetto per la citta’ ospitante.
Nei  tre  giorni ho molto girato nel quartiere scattando foto o raccogliendo impressioni  godendo dell’aria di festa.
In giro con Fabio ho costeggiato la siepe in via Iacopo da Balsamo e dopo l’ingresso del Pesenti  abbiamo oltrepassato il ponte provvisorio approntato dagli alpini che portava all’attendamento verso la Clinica Gavazzeni  e poi ritornati  sui nostri passi ripreso    la stradina che va verso Via Gavazzeni  e al sottopasso  della stazione.
Era la prima volta che passavo in quella zona e vedere il Morla dal ponticello e’ stato decisamente piacevole.
Il torrente mi e’ sembrato decisamente in buona salute , l’acqua limpida e copiosa , e sul pelo dell’acqua stazionavano parecchie specie di uccelli che Fabio , da vero ornitologo , mi ha elencato.
E’ una parte della citta’ che meriterebbe di essere rivalutata .
Con investimenti  di poca entita’ si potrebbe con una breve deviazione   intercettare  la pista ciclabile  che arriva da Zanica sulla circonvallazione Mugazzone , continuarla  verso  via Iacopo da Balsamo  fino all’ingresso del Pesenti e fino a   via Gavazzeni e  il sottopasso.
Eliminando la siepe si restituirebbe la bella vista del fiume che scorre placido.
Potrebbe essere il prossimo impegno del Comitato sensibilizzare le Istituzioni  e far conoscere  tale opportunita’ che consentirebbe  di ridurre le distanze dei  quartieri periferici  dal  centro raggiungibile in breve tempo a piedi o meglio in bici.
Voglio infine segnalare alcune curiosita’ che ho notato in giro per la Malpensata :
-il bellissimo allestimento della vetrina della cartoleria di via Don Bosco con cimeli d’epoca  , foto , zaino d’alpino , berretti militari etc. etc.
- l’extracomunitario vestito all’occidentale con cappello “falso” d’alpino che chiacchierava amabilmente con il connazionale in abiti del suo paese d’origine
-   i vicini  di casa , alpini e non , finalmente disponibili al sorriso ed allo scambio di qualche parola.
Lunedi’ mattina Bergamo e’ ritornata quella di sempre  “seriosa e laboriosa” ma purtroppo anche un po’ sonnecchiosa  complice anche il prolungato inverno .
La speranza e ‘ che un’altra Bergamo sia possibile  , piu’ gioiosa , piu’ allegra  , piu’ disponibile e piu’ tollerante.
Gli alpini ci hanno insegnato che e’ realizzabile.

Vinicio

50. anniversario del Circolino

Storia - Circolino

La storia della Malpensata nella ricerca di una bambina, quando frequentava le elementari

 

"La MALPENSATA è un quartiere anomalo perché è a sua volta diviso in diversi rioni ognuno dei quali ha la sua storia: il “villaggio” delle case popolari, il rione attorno al parco, quello lungo la circonvallazione, quello lungo la ferrovia e quello vicino all’autostrada.

Agli inizi del novecento il ministro Luigi Luzzatti, capo del governo, decise di dare una casa a tutti gli operai: nacque così il rione che resiste tutt’oggi vicino alla nostra scuola dove hanno abitato fino a 1500 persone. Quando fu costruito, il Comune non fece l’allacciamento idrico e la gente doveva andare a prendere l’acqua a una fontanella poco lontana: forse è per questo che il quartiere si chiama Malpensata.

Un’altra vecchissima costruzione, la CASCINA PEROSA, una delle più vecchie della città, che fu demolita qualche anno fa per dar posto all’albergo Cristallo Palace.

Sempre nella zona è stata abbattuta qualche anno fa la “BARCA”, un orribile casermone, al cui posto è stato allestito un piccolo giardino pubblico.

Ancora negli anni 50 “L’Eco di Bergamo” scriveva che alla Malpensata, ovunque si guardasse si vedeva solo campagna.

Il rione del parco è stato un frequentato da persone poco raccomandabili per moltissimi anni e purtroppo ha contribuito a creare una cattiva fama per il quartiere.

Lì vicino c’è anche l’Albergo Popolare, dove i poveri della città o quelli che arrivano da lontano possono trovare alloggio.

Poco lontano dall’albergo cominciava l’autostrada inaugurata nel 1927, una delle prime in Italia, che permetteva di raggiungere Milano più velocemente. Ora il casello è stato spostato più a sud, ma resta il pennone costruito per segnare l’inizio di quella che sembrava una strada fantastica.

Nella zona esisteva un cimitero che ormai pochissimi ricordano (il cimitero di San Giorgio alla Malpensata). Che ha lasciato il posto a grandi condomini.

Nel 1933 vennero costruiti i villini dei ferrovieri, e molte delle case costruite vennero abitate da operai, così che la Malpensata è sempre stato il quartiere operaio della città. Forse per questo è stato un po’ trascurato e i lavori necessari si svolgevano sempre in ritardo: frequenti erano gli allagamenti causati dalle rogge: Morla e Pisarolo.

Da moltissimi anni nel nostro quartiere si svolge anche il mercato settimanale, frequentatissimo dalla gente della città, ma che crea molti problemi alla circolazione.

Dove oggi sorge il Patronato S. Vincenzo, fino al 1941 vi era una zona di “villini”, vecchie costruzioni che stavano in piedi a malapena dove una volta abitavano gli operai di una vicina fornace. Quando questa chiuse, le casupole vennero abitate da molte persone che non avevano altro posto dove andare. Si potevano vedere ammassati tra le case ogni tipo di oggetti. In questa zona sostavano spesso zingari con i loro carrozzoni trainati da cavalli. Un giorno don Bepo Valvassori, insieme ad alcuni giovani, decise di ristrutturare i villini per dare accoglienza a tutti coloro che ne avessero avuto bisogno: presto la zona si era completamente trasformata e vi abitavano giovani che facevano i più vari mestieri: sarti, fabbri, legatori, falegnami…Alla fine i villini vennero demoliti e venne costruito il Patronato come oggi lo conosciamo.

Molto diverso da oggi era una volta il traffico, quasi inesistente ad eccezione di qualche carro con i prodotti della campagna (grano, mais, fieno per gli animali), qualche gregge e rari viandanti."

G.G.

 

Da l'Eco di Bergamo del 16/03/2006

è la digitalizzazione della mostra "La Malpensata manda a dire", tuttora visibile nella Biblioteca della Circoscrizione in via Furietti; sono le foto dei 126 pannelli di detta mostra, fatte peraltro un po' artigianalmente, ma che permettono di vedere la mostra sul proprio computer e di leggerne tutti i testi.

Chi ne volesse un copia può scrivere al Comitato che procurerà il contatto con il sig. Coppetti che ha curato la mostra insieme al sig. Lutti.

Un CD per la Malpensata

SIAMO ORGOGLIOSI DI POTER DIRE CHE ERMANNO OLMI E' DELLA MALPENSATA

 

Per saperne di più e vedere l'anteprima...

 

Puoi scriverci:
c-malpensata-bg@virgilio.it

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