Olmi: «Il Paese è senza bussola
Non riconosco più i bergamaschi»
di Franco Cattaneo
«Bravo, venga: non ho ancora preso il caffè per berlo con lei». Ermanno Olmi è nella sua casa di Asiago, una gentildonna in questi giorni gonfia di neve, un po' fuori mano, a ridosso del piccolo aeroporto, sul limitare del bosco.
- 18 febbraio 2013
Ermanno Olmi
si racconta
«L'apocalisse è un lieto fine» è l'attesa autobiografia di Ermanno Olmi, un invito accorato del ritorno alle origini, trovando il coraggio di ricominciare, come si ricomincia da zero nei campi dopo una carestia o una stagione sfavorevole.
- Il piacere di leggere
- 22 gennaio 2013
lettera al giornale ...
Egregio Direttore,
sono un residente della Malpensata, le scrivo non per parlare dei problemi del mio quartiere, che del resto sono stati resi noti a tutti proprio tramite le pagine del suo giornale, ma per esprimere il mio disappunto riguardo a tutte quelle scritte di carattere politico e non che imbrattano i muri delle abitazioni di molte vie della zona. Capisco che in ITALIA in questo momento abbiamo da pensare a problemi più importanti ma un segnale di disapprovazione bisogna pur darlo, anche se sono l'unico a denunciarlo,ma non il solo ad essere irritato per queste cose, lo scrivo anche da parte di chi torna nella propria casa la sera e non c'è niente mentre il mattino dopo esce di casa si trova i muri ricoperti di scritte che, oltre a non condividerle, ledono la libertà di pensiero di tutti. Capisco la necessità di alcuni di manifestare il loro disappunto su cose o persone, ma ci sono altri modi e altri luoghi( le piazze,la stampa,la
televisione..ecc.ecc.) per poterlo fare civilmente senza essere costretti a nascondersi di notte e imbrattare ciò che è patrimonio di tutta la comunità oltre che dei privati.
Abbiamo un quartiere che ha già molte ferite di suo,ma che, con l' impegno di molti, stiamo cercando di curare, quindi sono contrariato quando qualcuno cerca, con questi atti, di peggiorare la situazione manifestando, così incivilmente la propria opinione che è solo sua e non di tutta la comunità.
La libertà non è certo questa e nemmeno questo è il modo per manifestarla.
Ilario Marcati
L'intervento di F. Fracassi alla trasmissione di VideoBergamo SORCI VERDI sulla situazione sicurezza nel quartiere Malpensata
26 nov 2009
L'ASSALTO DEGLI ALPINI ALLA MALPENSATA
Fine settimana insolito e straordinariamente coinvolgente anche per il quartiere Malpensata.
Nei giorni 7/8/9 maggio 2010 tutta la citta’ e’ stata pacificamente invasa da migliaia di penne nere che si sono ritrovate a Bergamo in occasione della 83.ima adunata nazionale.
Gia’ nei giorni precedenti nel quartiere si notavano i segni dell’imminente evento.
Su tantissimi balconi e finestre sventolavano le bandiere tricolori , negli spazi a verde a ridosso della circonvallazione e dalla clinica Gavazzen i fervevano i lavori di allestimento degli attendamenti , il traffico ancora piu’ caotico a causa delle soste dei mezzi dei fornitori che rifornivano i bar e i ristoranti di vettovagliamenti straordinari.
Unica incognita il tempo ancora inclemente nonostante la primavera avanzata.
L’attesa sembrava coinvolgere tutti e finalmente giovedi’ sera si sono visti i primi camper arrivare nel quartiere e dopo un po’ sono stati allestiti i primi tendoni con annessi reparto cucina e sala da pranzo.
A tarda sera , smaltite le fatiche del viaggio , finalmente , seduti a tavola con l’ausilio di qualche buon bicchiere di vino si sono lasciati andar a qualche timido canto alpino.
Il venerdi’ , invece , si e’ assistito ad un continuo andirivieni di macchine e camper e nel giro di pochissimo tutti gli spazi sono stati occupati.
Aiuole , cortili privati , spazi a verde pubblici sono stati letteralmente invasi da decine di tende , tendoni , camper , auto , camion , autoarticolati . Nessuno spazio e’ stato risparmiato ma tutto e’ stato fatto senza fretta , senza alcuna agitazione sotto lo sguardo rilassato e sorridente dei residenti nel quartiere .
Questa volta nessuno ha assediato il centralino della circoscrizione e dei vigili urbani o ha scritto alle redazione dei giornali locali per protestare per l’occupazione del verde pubblico e per la sosta vietata.
Gli alpini hanno stabilito subito un clima di grande cordialita’ , di coinvolgimento e di simpatia . Ho visto tanti residenti pasteggiare con le penne nere nei loro accampamenti , sorseggiando un buon bicchiere di vino negli improvvisati locali all’aperto intonando o meglio stonando i ritornelli di qualche famosa aria di montagna .
Tutti i locali del quartieri si sono attrezzati per accogliere al meglio gli ospiti.
Pane e salame , formaggio , vino , dolci , menu’ a prezzo fisso e contenuto erano offerti dagli svariati bar e ristoranti presenti nel quartiere .
E’ da evidenziare che pur in presenza di tassi alcolemici via via in aumento nessuno arrecava disturbo o infastidiva i passanti , segno evidente di consolidate abitudini e di rispetto per la citta’ ospitante.
Nei tre giorni ho molto girato nel quartiere scattando foto o raccogliendo impressioni godendo dell’aria di festa.
In giro con Fabio ho costeggiato la siepe in via Iacopo da Balsamo e dopo l’ingresso del Pesenti abbiamo oltrepassato il ponte provvisorio approntato dagli alpini che portava all’attendamento verso la Clinica Gavazzeni e poi ritornati sui nostri passi ripreso la stradina che va verso Via Gavazzeni e al sottopasso della stazione.
Era la prima volta che passavo in quella zona e vedere il Morla dal ponticello e’ stato decisamente piacevole.
Il torrente mi e’ sembrato decisamente in buona salute , l’acqua limpida e copiosa , e sul pelo dell’acqua stazionavano parecchie specie di uccelli che Fabio , da vero ornitologo , mi ha elencato.
E’ una parte della citta’ che meriterebbe di essere rivalutata .
Con investimenti di poca entita’ si potrebbe con una breve deviazione intercettare la pista ciclabile che arriva da Zanica sulla circonvallazione Mugazzone , continuarla verso via Iacopo da Balsamo fino all’ingresso del Pesenti e fino a via Gavazzeni e il sottopasso.
Eliminando la siepe si restituirebbe la bella vista del fiume che scorre placido.
Potrebbe essere il prossimo impegno del Comitato sensibilizzare le Istituzioni e far conoscere tale opportunita’ che consentirebbe di ridurre le distanze dei quartieri periferici dal centro raggiungibile in breve tempo a piedi o meglio in bici.
Voglio infine segnalare alcune curiosita’ che ho notato in giro per la Malpensata :
-il bellissimo allestimento della vetrina della cartoleria di via Don Bosco con cimeli d’epoca , foto , zaino d’alpino , berretti militari etc. etc.
- l’extracomunitario vestito all’occidentale con cappello “falso” d’alpino che chiacchierava amabilmente con il connazionale in abiti del suo paese d’origine
- i vicini di casa , alpini e non , finalmente disponibili al sorriso ed allo scambio di qualche parola.
Lunedi’ mattina Bergamo e’ ritornata quella di sempre “seriosa e laboriosa” ma purtroppo anche un po’ sonnecchiosa complice anche il prolungato inverno .
La speranza e ‘ che un’altra Bergamo sia possibile , piu’ gioiosa , piu’ allegra , piu’ disponibile e piu’ tollerante.
Gli alpini ci hanno insegnato che e’ realizzabile.
Vinicio
Lettera al presidente della 1^ Circoscrizione:
Monumento ai mutilati e invalidi del lavoro collocato sull'area verde ex-case Barca
Non lasciate la Malpensata priva di monumenti!
Capiamo le ragioni dell'Associazione Invalidi e Mutilati, ma spostare questo monumento vuol dire almeno due cose certamente non positive:
1. Non ricordare che il quartiere Malpensata ha una origine prettamente popolare, qui sono sorte le prime case popolari d'Italia, qui sono sorte le case dei ferrovieri, qui hanno vissuto tanti operai che lavoravano nei primi complessi industriali cittadini.
2. Dichiarare la resa all'abbandono e al degrado
I nostri amministratori continuano a voler affrontare il problema della sicurezza rendendo invivibile il nostro quartiere.
Intendiamoci. Noi non vogliamo difendere un nostro interesse particolare. Semplicemente crediamo che se quel monumento era stato posto lì aveva una sua ragion d’essere (Malpensata è quartiere operaio, appunto) e che il miglior onore e riconoscimento a chi è “caduto” nel rispetto delle regole, a difesa dei propri diritti è proprio quello di non cedere a chi offende e non rispetta questi diritti.
Non vogliamo, in altre parole, che il monumento sia un’altra vittima di chi abusa di illegalità.
Riscattiamo, perchiò, quest'area. Diamole la dovuta importanza e la giusta evidenza.
Diamo maggiore evidenza a questo monumento: illuminiamolo, eliminiamo i cartelloni pubblicitari che lo celano alla vista, ripristiniamo il bel parchetto con panchine.
Davanti a questo monumento transitano senz'altro decine di migliaia di persone che si spostano per recarsi al lavoro, passa la pista ciclabile. Non è una collocazione degna?
Puoi scriverci:
c-malpensata-bg@virgilio.it
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